AE Morgan: l’Italia non seguirà l’esempio della Brexit

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AE Morgan: l’Italia non seguirà l’esempio della Brexit

Il recente avvio delle procedure di divorzio, approvate dal parlamento inglese, del Regno Unito dall’Unione Europea è un esempio che in molti Paesi trae sempre più sostenitori. Come sottolineato dall’ex presidente del consiglio Mario Monti, anche in Italia il desiderio di seguire le orme della Gran Bretagna è sempre più forte. Secondo gli esperti dello studio di commercialisti italiani a Londra, AE Morgan, si tratta tuttavia di una strada difficilmente percorribile dal Bel Paese. Sebbene l’isola trarrà numerosi vantaggi dall’allontanamento dalle istituzioni europee, come emerso dalle recenti misure economiche varate dall’esecutivo inglese, per l’Italia la situazione è nettamente differente.

Innanzitutto, per poter dar luogo ad una “Italexit” è necessario superare un lungo iter legislativo che prevede modifiche in sede costituzionale e consultazioni referendarie: un processo che per concludersi richiederebbe diversi anni. In seconda analisi l’economia italiana è troppo debole per poter affrontare a testa alta sia un’eventuale distacco dalla moneta unica sia dall’Unione Europea, schiacciata da un debito pubblico enorme e da un tasso di crescita tra i più bassi dell’Eurozona. A ciò si aggiunge la spinta tedesca verso la creazione di due aree distinte in Europa, formate l’una dai paesi più forti economicamente (Europa A), e l’altra dai paesi più deboli (Europa B). Il Bel Paese finirebbe con ogni probabilità nella seconda fascia, in linea con gli altri paesi dell’area mediterranea come Grecia, Portogallo e Spagna. Motivi per la quale AE Morgan sottolinea che con ogni probabilità l’Italia rimarrà ancora a lungo all’interno dell’Unione Europea e dell’Eurozona.

Lo studio di commercialisti italiani a Londra evidenzia come nel frattempo nel Regno Unito la decisione di divorziare dalla UE sia stata accompagnata da misure fiscali in grado di attrarre gli investitori, favorevoli a chi vuole aprire una LTD o desidera costituire una società in Inghilterra, grazie a un basso livello di tassazione e una minore burocrazia.

In: Economia, News