Gli specialisti in internazionalizzazione di AE Morgan sono tornati recentemente a valutare lo stato di salute dell’economia britannica. Presenti nel Paese con uno studio di commercialisti italiani a Londra da un decennio, evidenziano i dati positivi che emergono da un’analisi preliminare dell’Office For National Statistics, ONS, istituto di ricerca statistica nazionale. Nel complesso la Brexit e il relativo percorso di distacco da Bruxelles non sembrano aver scatenato quella fuga generalizzata di capitali e aziende a lungo paventata nei dibattiti precedenti al quesito referendario.

Una prima conferma giunge dal numero di disoccupati, ai minimi dagli anni ’70. Mentre in molti paesi dell’UE i livelli di disoccupazione, soprattutto giovanili, sono decisamente preoccupanti, in Inghilterra il mercato del lavoro fa segnare una percentuale decisamente bassa di inoccupati, appena il 4,3%. Nel contempo, segnalano i commercialisti a Londra di AE Morgan, il Pil continua a crescere in misura superiore alle attese. Nell’ultimo anno la crescita è stata dell’1,5%, tendenza positiva emersa anche negli ultimi due trimestri, rispettivamente positivi dello +0,3% e +0,4%. Merito da un lato delle soluzioni adottate dalla Bank of England e dall’altro lato dalle misure messe in campo dal governo inglese capitanato da Theresa May: tassazione favorevole alle imprese e velocizzazione della burocrazia sono assi nella manica che consentono al Paese di restare tra le mete ideali per gli investitori.

L’esecutivo inglese nel frattempo ha deciso anche di rassicurare con un messaggio i cittadini dell’UE che vivono e lavorano qui, invitandoli a restare insieme alle loro famiglie.  Per questo motivo, sottolineano gli esperti di AE Morgan, aprire una società in Inghilterra con la consulenza dei suoi dottori commercialisti a Londra rimane una forte opportunità di sviluppare il proprio business in chiave internazionale.