Tobin Tax, gli effetti sull’Italia nell’analisi di AE Morgan

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Tobin Tax, gli effetti sull’Italia nell’analisi di AE Morgan

Nel 1972 l’economista statunitense James Tobin suggerì l’adozione di una tassa da applicare su tutte le transazioni finanziarie: obbligazioni, valute e azioni. Oltre a ricavare fondi destinati ai Paesi in via di sviluppo, questa mossa avrebbe dovuto frenare i movimenti di capitali destabilizzanti per le economie degli stati. Alcuni decenni dopo, sulla scia della crisi globale scoppiata nel 2008, numerosi governi decisero di adottare la soluzione proposta dallo studioso. Seppure posta in essere in virtù di un intento nobile, l’imposta non è riuscita in questi anni a raggiungere i propri scopi. Come sottolineato dai dottori commercialisti italiani a Londra di AE Morgan, le entrate fiscali derivanti dalla Tobin Tax sono spesso molto basse, in quanto raramente vanno a colpire realmente le attività speculative. In Italia la cifra raccolta si aggira intorno ai 400 milioni di euro all’anno. Non un gran successo, se a ciò poi si aggiunge la lunga lista di Paesi che si sono defilati dall’intesa.

Ad oggi solamente Austria, Belgio, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna applicano pienamente questa imposta. Mentre Francia e Germania hanno introdotto sulla stessa importanti limitazioni, l’Inghilterra è rimasta assolutamente contraria a questa soluzione, in linea con gli Stati Uniti. L’Italia, nonostante sia stata una delle prime nazioni ad adottare la Tobin Tax, durante il governo Monti, non è riuscita a beneficiarne appieno. Al contrario, i commercialisti italiani a Londra dello studio AE Morgan si chiedono quale sia stato il destino delle entrate aggiuntive e se i paesi fortemente indebitati abbiano ricevuto realmente un aiuto. L’opinione dei suoi esperti in internazionalizzazione è che la Tobin Tax, più che un’opportunità, abbia finito col rappresentare un elemento deleterio, capace di rafforzare ulteriormente la posizione di Londra, a discapito della piazza finanziaria di Milano, proprio nel momento in cui a causa della Brexit diverse aziende dovranno decidere come comportarsi al fine di mantenere il passaporto europeo.

In: Economia, News