Il Grande Fratello del Fisco sempre più attivo: Carte prepagate nel mirino
Le carte di Credito prepagate “anonime” sono molto utilizzate all’estero (soprattutto negli USA) e vengono utilizzate come una sorta di salvadanaio elettronico ad esempio da aziende ai dipendenti in trasferta, per remunerazione di salari settimanali, o da genitori ai propri figli in gita o in vacanza. Punti di forza sono la rapidità delle operazioni, l’assenza di costi (solo all’apertura) e soprattutto la protezione della propria privacy, oltre al poter effettuare in tutta sicurezza e discrezione acquisti on-line.
Sarebbe più opportuno chiamarle carte di debito e non di credito, in quanto permettono di spendere un plafond disponibile dopo una ricarica, ma che non riportano alcun nome sulla tesserina. Il rilascio di questo genere di carte è legale anche in Italia, anche se più gettonate sono le carte svizzere o anglosassoni.
A seguito di una direttiva comunitaria che proponeva al legislatore una serie di scelte che andavano dai limiti all’utilizzo al totale divieto, l’Italia ha scelto la strada del divieto.
Con l’obiettivo di combattere il riciclaggio, saranno vietate le emissioni di nuove carte prepagate “anonime” mentre quelle già in circolazione potranno essere ricaricate solo per piccoli importi (150 euro) con il divieto di procedere a rimborsi o ritirare contanti.
La bozza di decreto è aperta ai commenti degli esperti fino al 20 aprile 2019
Per godere di una legittima privacy, in futuro non rimarrà altro che operare con banche estere: Svizzera e Londinesi in primis.
Fonte: ItaliaOggi
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